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mercoledì 19 settembre 2012

Neko-sama

Si pensa che il Maneki neko sia apparso per la prima volta verso la fine del Periodo Edo(1603-1867), ma il documento più antico è del 1870, del Periodo Meiji. Venne infatti menzionato in un articolo di giornale del 1876 e ci sono prove che in quel periodo dei Maneki neko vestiti con dei kimono erano distribuiti presso un tempio di Osaka. Una pubblicità del 1902 che pubblicizzava i Maneki neko mostra che all'inizio del XX secolo essi erano popolari.
A parte quanto detto, le origini del Maneki neko rimangono incerte.
Un aneddoto spesso attribuito a vari protagonisti (a imperatori giapponesi, a Oda Nobunaga, al samurai Ii Naotaka) racconta che questo illustre personaggio sia passato vicino a un gatto che sembrava salutarlo. Interpretando il movimento del gatto come un segno, il nobiluomo si fermò e andò verso di lui; essendosi allontanato dalla strada che stava seguendo, si accorse di aver evitato una trappola che era stata tesa per lui proprio poco più avanti. Da allora i gatti furono considerati spiriti saggi e portatori di fortuna. In molti luoghi di culto e case giapponesi si trova la raffigurazione di un gatto con una zampa alzata nell'atto di salutare, di qui l'origine del Maneki neko, spesso indicato anche come Kami Neko riferendosi al kami, o spirito, del gatto.
Una teoria lega l'origine del Maneki neko, o almeno la crescita della sua popolarità, al sorgere del nuovo governo Meiji. Nel suo tentativo di occidentalizzare la società giapponese, il governo Meiji proibì i talismani sessuali popolari in quell'epoca, spesso chiaramente esposti nei bordelli. Con la scomparsa di questi oggetti popolari, rapidamente apparvero in sostituzione i Maneki neko, che forse con il loro gesto imitavano il gesto di una donna che richiamava a sé.
Altri hanno notato la somiglianza tra il gesto del Maneki neko e quello di un gatto che si lava la faccia. Una credenza giapponese dice che un gatto che si lava la faccia significa che presto arriverà un ospite. Questa credenza potrebbe a sua volta essere legata ad un ancora più antico proverbio cinese, il quale afferma che se una gatto si lava la faccia, allora pioverà. E quindi è possibile che sia nata la credenza che la statuetta di un gatto che si lava la faccia porta clienti in un negozio.
Non è noto come il Maneki neko divenne popolare negli Stati Uniti d'America, ma erano noti in tale stato almeno dal 1963, quando Patricia Dale-Green scrisse di loro in The Cult of the Cat. Il Maneki neko è molto comune nella Chinatown della città di New York dei giorni moderni, venditori esclusivi e negozi di strada ne mostrano e vendono un'innumerevole varietà, che vengono comprati soprattutto dai turisti. Sono spesso comprati perché buffi o come oggetto che può generare una discussione.

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